Abstract (in italiano)
Il 1° ottobre 2020 è stata depositata alla Camera una proposta di modifica del Regolamento volta ad affidare all’Ufficio di Presidenza la determinazione dei casi in cui, in ragione di circostanze idonee a impedire la presenza in sede, sia possibile autorizzare, per i deputati che ne facciano richiesta, la partecipazione e il voto da remoto per le attività delle Giunte, delle Commissioni e dell’Assemblea.
Pochi giorni dopo, il 6 ottobre, sempre alla Camera, è venuto meno il numero legale a causa dell’assenza di una quarantina di deputati positivi al Covid-19 o in quarantena. Come già verificatosi nella primavera del 2020 durante la prima ondata epidemica, ne è seguito un acceso dibattito in seno agli organi interni di Camera e Senato per definire le modalità più idonee al fine di assicurare il funzionamento del Parlamento, senza pregiudicare la salute dei componenti.
Con il presente scritto si intende riflettere sul testo oggi all’esame della Giunta per il Regolamento e, più in generale, sulle conseguenze, di ordine giuridico e pratico, di una possibile riorganizzazione dei lavori parlamentari secondo modalità telematiche.
L’analisi verrà condotta ricostruendo, anzitutto, le vicende occorse in questi mesi e le misure assunte per farvi fronte dai due rami del Parlamento; in secondo luogo, si cercherà di contestualizzare l’indagine alla luce di due casi particolarmente interessanti a livello comparato, quelli delle Cortes spagnole e del Parlamento europeo. Proprio perché espressione di due approcci in parte distinti alla problematica de qua, tali esperienze consentono, infatti, di valutare, da angolature prospettiche differenti, la proposta di modifica del Regolamento depositata alla Camera e provare a comprendere in quale direzione si intenda andare.