Abstract (in italiano)
Il presente contributo, dando conto della crisi della rappresentanza che connota l’attuale contesto politico, si chiede se questa possa essere superata, e in che misura, dalla democrazia diretta e partecipativa.
A tal fine, l’autrice analizza gli spunti derivanti dalle riforme proposte nel corso della XVIII Legislatura concentrandosi, in particolare, sui rischi del ridimensionamento del libero mandato parlamentare, nonché sull’ impianto dei progetti di riforma e disegni di legge costituzionali che, mossi dall’esigenza, da un lato, di amplificare gli strumenti di democrazia diretta e, dall’altro, di ridurre il ruolo rappresentativo del Parlamento, si propongono di introdurre e modificare alcuni istituti quali il referendum e l’iniziativa legislativa popolare.
A ben vedere, però, se appare indispensabile rivitalizzare gli istituti di democrazia diretta, al tempo stesso è necessario prevederne una disciplina in grado di evitare interferenze capaci di compromettere il dispositivo della rappresentanza, ontologicamente connesso all’uguaglianza sostanziale e alla tutela delle minoranze.