Abstract (in italiano)
Il presente contributo considera il tema del diritto di secessione alla luce dei più recenti dibattiti dottrinali, alimentati dal diffondersi di istanze indipendentiste nelle principali democrazie occidentali.
L’indagine è condotta attraverso la lente della giurisprudenza costituzionale, la quale ha assunto un ruolo centrale, sia nel dirimere le controversie, sia nell’“assorbire” i conflitti politico-istituzionali in ordine a tali questioni. In particolare, due pronunce giurisprudenziali sono risultate emblematiche al riguardo: da una parte, la pronuncia della Corte Suprema canadese del 1998 (2 SCR 217) sul referendum di indipendenza del Québec; dall’altra, la pronuncia della Corte costituzionale italiana n. 118 del 2015, sulla richiesta di indipendenza della Regione Veneto.
La sentenza canadese rappresenta il primo caso di apertura verso un riconoscimento del diritto di secessione; la pronuncia della Corte costituzionale italiana, invece, nega qualsiasi legittimazione alle istanze secessioniste. Su entrambe le posizioni si è prodotto un articolato dibattito dottrinale, di cui si dà conto, nel tentativo di elaborare le principali linee di pensiero sul tema e proporre, in sede conclusiva, qualche ulteriore notazione.
Si tratta di tematiche di straordinaria rilevanza, sul piano della teoria giuridica e su quello delle scelte di politica costituzionale, che coinvolgono, tra l’altro, questioni più ampie legate alla crisi del costituzionalismo e della sovranità, e al complesso rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta.