Abstract (in italiano)
Lo scritto verte integralmente sullo studio dei Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di cassazione, alla luce della sentenza n. 59 del 2022 resa dalla Corte costituzionale, con la quale è stato ammesso il referendum abrogativo che potrebbe eliminare le differenze – oggi vigenti – tra i componenti, togati e non, dei detti organi. Il saggio affronta lo studio della normativa attuale, la quale pone in risalto l’odierna diversità tra i componenti dei citati consessi in ragione delle funzioni da essi esercitate. Lo scopo del lavoro è quello di evidenziare i possibili esiti della votazione referendaria, rilevando sia gli elementi positivi che quelli negativi. Più che altro, gli interrogativi vertono sulla figura dei membri laici che compongono i Consigli, valutando se un’apertura totale verso l’uniformità delle funzioni svolte possa scardinare l’autoreferenzialità o possa, invece, fornire appigli verso favoritismi o scambi di potere. Non vi è dubbio che una riforma in tal senso debba trovare terreno fertile, ma è doveroso chiedersi se lo strumento referendario possa – nella concretezza – recare benefici o meno al sistema giustizia.