13 SETTEMBRE 2021
INTRODUZIONE
L’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 ha posto e continua a porre interrogativi cruciali dal punto di vista del diritto costituzionale, a partire dalla gestione della pandemia che si è resa necessaria dal marzo del 2020 con l’introduzione delle ben note misure restrittive che hanno condotto fino al cd. lockdown fino alla regolamentazione delle attività e della vita quotidiana di questo ultimo periodo.
Numerose sono state finora le riflessioni dei costituzionalisti, sui profili maggiormente problematici relativi al bilanciamento fra i diritti fondamentali, alla scelta e al ricorso di diverse fonti del diritto, al rapporto fra Stato e Regioni, al possibile intervento della Corte costituzionale e a quello della giurisdizione amministrativa, oltre al tema trasversale (e imprescindibile) del costante confronto con lo stato di evoluzione dello stato di conoscenze scientifiche.
Con il forum Sulla vaccinazione in tempo di Covid-19 la Rivista del Gruppo di Pisa intende approfondire queste problematiche, con specifico riferimento al trattamento di vaccinazione, che è stato reso possibile grazie alle ricerche e agli studi scientifici in tempi molto rapidi.
LE DOMANDE
- I Domanda - Ritiene che l’obbligo vaccinale introdotto dal d.l. 44/2021 per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario trovi una propria giustificazione sul piano costituzionale? Ritiene altresì che il suddetto obbligo vaccinale – anche sulla scorta della recente giurisprudenza costituzionale – possa (o debba) essere esteso alla generalità della popolazione in caso di una insufficiente adesione su base volontaria?
- II Domanda - Come valuta le differenze di regime tra Regioni (ognuna apre a categorie diverse in momenti diversi, con sistemi di prenotazione diversi, procedendo quindi a velocità diverse)?
- III Domanda - Come valuta la ventilata connessione tra l’adempimento vaccinale e l’esercizio di alcune libertà costituzionali (in primis, quella di circolazione)? Ritiene che specifici “titoli” di autorizzazione agli spostamenti (si pensi ai c.d. Green pass nazionali o europei) possano essere subordinati all’adesione ad una campagna vaccinale non obbligatoria?
- IV Domanda - Come giudica il ruolo svolto dalle Istituzioni dell’Unione Europea nella contrattazione “a nome di tutti gli Stati membri” con le aziende produttrici dei vaccini? Ha funzionato a suo giudizio il meccanismo di solidarietà? Ritiene che il ruolo svolto dalle Istituzioni dell’Unione Europea abbia garantito una più equa distribuzione dei vaccini tra gli Stati membri (soprattutto per quelli a minore capacità produttiva), consentendo una campagna vaccinale a velocità sostanzialmente uniforme, ovvero ritiene che esse abbiano costituito un freno alle singole campagne nazionali che, con maggiore autonomia, avrebbero potuto svolgersi in tempi molto più rapidi?
I PARTECIPANTI
- Luigi D’Andrea, Professore ordinario di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Messina
- Luca Di Majo, Ricercatore t.d. lett. A) di Istituzioni di Diritto pubblico – Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
- Benedetta Liberali, Ricercatrice t.d. lett. B) di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Milano
- Donatella Morana, Professoressa ordinaria di Istituzioni di Diritto pubblico – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
- Alessandro Morelli, Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico – Università degli Studi di Messina
- Simone Penasa, Ricercatore t.d. lett. B) di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Trento
- Marco Plutino, Ricercatore di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale
- Fabrizio Politi, Professore ordinario di Diritto costituzionale – Università degli Studi de L’Aquila