15 SETTEMBRE 2020
SOMMARIO
SOMMARIO: 1. Breve premessa: lo scenario attuale. – 2. Le cause principali della progressiva marginalizzazione del Parlamento. – 2.1. Il protagonismo del Governo in Parlamento. 2.2. – Partiti e sistemi elettorali. – 2.3. Recenti riletture del libero mandato. – 2.4. La c.d. initiative. – 3. La riduzione del numero dei parlamentari: ragioni e contenuto. – 3.1. L’incidenza sulla spesa pubblica. – 3.2. L’incidenza sulla Costituzione. – 3.2. L’incidenza sui regolamenti parlamentari. – 3.3. L’incidenza sulla rappresentanza. – 4. La tappa obbligata: il recupero della centralità parlamentare.
Abstract (in italiano)
La riforma costituzionale in tema di riduzione del numero dei parlamentari si pone in contrasto con gli stessi obiettivi dichiarati dai promotori. Il risparmio sul bilancio della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica non è significativo. Il Parlamento non sarà in grado di recuperare la centralità nella forma di governo italiana perché non verranno risolti profili critici storici come abuso della questione di fiducia, maxi-emendamenti, ingovernabilità. In realtà, la riforma si inserisce in un disegno più ampio volto a sottrarre al Parlamento alcune delle principali e tradizionali funzioni. La riduzione del numero dei parlamentari, la c.d. initiative (o proposition), il tentativo di superare il divieto di mandato imperativo sono sintomi chiari della volontà di relegare il Parlamento ad un ruolo di secondo piano rispetto agli altri organi costituzionali. Per realizzare un Parlamento performante ed efficiente, sarebbe stato opportuno prima superare il bicameralismo paritario, quindi intervenire sulla legge elettorale e sulla selezione delle candidature. Se così fosse stato, la riduzione del numero dei parlamentari non avrebbe neppure trovato posto in un programma riformatore.
Abstract (in inglese)
The constitutional reform about reducing the number of parliamentarians is at odds with the same objectives declared by the promoters. The saving on the budget of the Chamber of Deputies and the Senate of the Republic is not significant. The Parliament will not be able to recover the centrality in the form of Italian government because historical critical profiles such as abuse of the issue of trust, maxi-amendments, ungovernability will not be resolved. In reality, the reform is part of a broader design aimed at taking away from Parliament some of its main and traditional functions. The reduction in the number of parliamentarians, the so-called initiative (or proposition), the attempt to overcome the prohibition of mandatory mandate are clear symptoms of the desire to relegate Parliament to a secondary role compared to other constitutional bodies. In order to achieve a performing and efficient Parliament, it would have been appropriate first to overcome equal bicameralism, then intervene on the electoral law and the selection of candidates. If this had been the case, the reduction in the number of parliamentarians would not even have found a place in a reform program.