19 GIUGNO 2019
SOMMARIO
SOMMARIO: 1. Le convenzioni come regole, in quanto tali tendenti a convertirsi in regolarità, connotate da media osservanza. – 2. L’indebita confusione, di cui si ha non infrequente riscontro, tra il singolo fatto o comportamento e la regola che lo concerne e governa, e il riconoscimento della natura delle regole stesse demandato a consuetudini culturali diffuse e radicate nel corpo sociale e tra gli operatori istituzionali. – 3. L’abbandono di buona parte delle vecchie regolarità, non accompagnato tuttavia dall’affermazione di nuove, in un contesto sfavorevole alla loro venuta alla luce. – 4. Una questione di cruciale rilievo: la crisi delle regole della politica fatalmente contagia la Costituzione, pregiudicandone gravemente l’integra trasmissione nel tempo e il fisiologico svolgimento delle relazioni istituzionali. – 5. Vicende istituzionali in ambito interno e relazioni interordinamentali: in ispecie, il carattere “composito” della forma di governo e, più ancora, il carattere “intercostituzionale” della Costituzione, e i riflessi conseguenti al venir meno delle regolarità, con ciò che esse rappresentano per un lineare svolgimento delle dinamiche istituzionali.
Abstract (in italiano)
Partendo dal presupposto che la media osservanza delle consuetudini costituzionali da parte dei loro destinatari è un elemento che consente di riscontrarne l’esistenza, l’Autore nega che le inusuali esperienze politico-istituzionali di oggi stiano portando alla formazione di nuove regole. Data l’attuale congiuntura in cui manca un sistema di partiti, gli operatori politici sono in difficoltà e il contesto politico è connotato da continue emergenze, le vecchie regole sono state infatti sostituite da comportamenti. L’assenza di regolarità priva la Costituzione di un importante supporto e per trasmettersi integra nel tempo e a tale situazione non può porre efficace rimedio l’affermazione di regolarità a livello sovranazionale. In conclusione, lo stato costituzionale potrà sopravvivere ove la congiuntura attuale costituisca una partentesi che si chiude e non ci cronicizza nel tempo.
Abstract (in inglese)
Assuming that the average observance of constitutional customs by their recipients is an element that proves their existence, the Author denies that the current institutional experiences are leading to new rules. A party system is lacking, political actors are in crisis and the political context is characterized by constant emergencies: therefore, the old rules have not been replaced by new rules but behaviors. The absence of regularity deprives the Constitution of an important support and in order to preserve the Constitution safe over time, the formation of regularity at a supranational level is not enough. In conclusion, the constitutional state can survive if the current situation constitutes a limited perdiod and does not chronicise us over time.